L’alligatore
Oggi volevo parlarvi di una serie tv uscita e trasmessa in rai poco più di un anno fa.Io personalmente, come tutti gli amanti delle opere di Massimo Carlotto nutrivo un’attesa che era mescolata a speranza e paura perché spesso la trasposizione da letteratura a tv a volte non è all’altezza delle aspettative o ti lascia un senso d’incompiuto. La serie tv si chiama l’Alligatore tratta dalle opere di Massimo Carlotto edito da e/o edizioni. Per chi non conoscesse Marco Buratti, Marco è l’alligatore, un ex carcerato che una volta uscito in libertà usa le sue male-conoscenze per esercitare senza licenza e dunque illegalmente la sua attività investigativa. La serie tv uscita nel 2020 è composta da otto episodi dove l’alligatore pur essendo un portatore di sporca moralità ha la sua missione, Buratti non cerca vendetta, ma caccia seppur in maniera illegale e violenta la verità. La scelta di affidare l’interpretazione dell’alligatore al veronese Matteo Martari si è dimostrata azzeccata perché a mio parere con la sua origine veneta ha saputo dare valore al linguaggio dell’alligatore. Altro pezzo vincente della scacchiera è il personaggio di Beniamino Rossini interpretato egregiamente da Thomas Trabacchi.
La somiglianza con il fumetto creato da Igort è stupefacente, Beniamino non è il protagonista, ma lui semplicemente “spacca” e a mio parere potrebbe essere uno dei primi personaggi italiani presenti in uno ”spin-off. Leggendo Carlotto mi sono sempre immaginato la barista Virna come una milfona e l’interpretazione di Eleonora Giovanardi non ha disatteso le mie aspettative perché ha saputo mostrare al pubblico di Carlotto la donna in grado di attrarre l’alligatore. Virna beve, fuma e fa l’amore con disinvoltura; potente la scena dove lei entra nel magazzino dove vive l’alligatore, lo guarda, si avvicina e sorridendo si spoglia davanti a lui, o spogliandosi si avvicina sorridendo, per Virna fa lo stesso. Per quanto riguarda Max “cioccione” la Memoria mi sarebbe piaciuto Giuseppe Battiston, ma è solo un problema mio perché leggendo i libri di Carlotto avevo idealizzato Max la Memoria con la corporatura e la parlata di Battiston. I luoghi dove sono stati girati gli episodi sono stati molto curati e studiati da i due registi Daniele Vicari e Emanuele Scaringi, i luoghi principali sono nel centro di Padova, come piazza delle erbe, il caffè Pedrocchi e il pub gasoline nel quartiere Arcella. Oltre ai colli Euganei diverse scene lagunari sono nel delta del Po perché Marco Buratti è un anfibio che adora la nebbia e l’umidità e in un’atmosfera di laguna e Blues lui ci sguazza. Per chi volesse vedere gli episodi della serie tv “l’Alligatore” li può trovare nella libreria di raiplay.