New York City Killer
Riprendiamo con le recensioni dopo lo stop di due mesi per la promozione del nostro romanzo “Le Eredità del Male”. Con grande piacere vi parlo di “Gioco Mortale”, un thriller scritto da Tiziana Leone, la quale oltre a essere una bravissima scrittrice è pure un’amica e una collega di Golem Edizioni.
Prima di parlare del suo romanzo faccio una premessa. “Gioco Mortale” è interamente ambientato a New York. Nei vari corsi di scrittura creativa che ho frequentato, più di un docente ha rimarcato come nel mondo editoriale italiano fare la scelta di un’ambientazione esterofila possa rivelarsi un grave errore. Come sempre, dipende però da come i libri vengono scritti. La cura dei dettagli, l’attenzione alle abitudini e ai comportamenti di chi vive nella grande mela, lo studio e l’approfondimento delle procedure giuridiche e di polizia messo dall’autrice, non fa pensare nemmeno per un secondo che sia stato scritto da un’italiana. Arrivo perfino a dire che se decidesse di darsi un nome anglofono, che ne so tipo Tracy Lion, e facesse tradurre il suo “Mortal Game”, perfino i lettori made in Usa non avrebbero il minimo dubbio che si trattasse di un Crime Fiction autoctono.
Il protagonista Ray Hayes è un poliziotto ben tratteggiato e convincente, al limite del hard boiled. Inquieto il giusto e spinto dalla volontà di stare sempre dalla parte del bene viene coinvolto in una serie di misteriosi omicidi, riconducibili a un abile serial killer che riesce a rovesciare la partita a suo favore ai danni dello stesso Ray, i cui atteggiamenti lo portano spesso a diventare il peggior nemico di sé stesso.
Molti lettori troveranno aderenze tra Ray e Harry Bosch di Michael Connelly, ma io ne ho trovate di maggiori nell’opera di Ed McBain, il vero progenitore del genere “Procedural”, in particolare nei romanzi dell’87imo distretto. Hayes si muove si muove nel micro mondo del suo distretto di Polizia, a stretto contatto con il suo partner Donovan e sotto il vigile occhio del Tenente Waterstone e la ricostruzione che ne fa l’autrice è molto credibile e accurata.
La trama è ben strutturata e la scrittura immersiva ti porta, pagina dopo pagina, a voler scoprire come “andrà a finire” e chi è il soggetto che ha messo in piedi questo “il gioco infernale”.
Sottolineo un particolare, ci sono vari passaggi “sentimentali” nelle avventure di Ray che a un purista del genere potrebbero far storcere il naso, ma io li ho trovati coerenti con il personaggio e forse un’ottima occasione per attirare a questo genere così “rude” anche il pubblico femminile.
Punti deboli? Premesso che a volte mi sono un po’ perso nei nomi dei vari personaggi e ogni tanto mi chiedevo chi fosse questo o quello, l’unica cosa che non mi ha convinto del tutto è stato il finale. Senza spoilerare nulla affermo di aver ben compreso le ragioni che hanno spinto la figura di riferimento a mettere in piedi “il suo gioco”, ma sulle conclusioni e l’epilogo qualche dubbio mi è rimasto. Quindi caro lettore, quale migliore occasione per leggere “Gioco Mortale” e farti anche tu un’opinione al riguardo? Di sicuro non resterai deluso come non lo sono stato io, che ne ho fatto il mio libro dell’estate e ammetto senza imbarazzi che è uno di quelli più belli letti quest’anno.