Dalla Danimarca con Furore
Nel nostro Blog abbiamo l’intenzione di recensire tutti i libri che ci piacciono e si legano al tema dello slow thriller, senza badare a quando sono usciti o all’importanza dell’autore.
Il libro di cui voglio parlare oggi è “LA DONNA IN GABBIA” di Jussi Adler Olsen. Questo scrittore è diventato famoso in Italia ai tempi dell’invasione del Giallo Scandinavo, ormai quindi anni fa. Nella ripartizione nordica, se la Svezia era di Henning Mankell, Stig Larsson, Asa Larsson, Liza Marklund, Camilla Lackberg per citare solo alcuni dei più noti, la Norvegia di Anne Holt e Jo Nesbo, l’Islanda del bravissimo Arnaldur Indridasson (di cui abbiamo già parlato in questo Blog), la Finlandia dei meno noti Hiekkapelto e Sipila, la Danimarca poteva presentare come alfiere proprio Adler Olsen, anche se noi vecchi appassionati non possiamo non riconoscere un diritto di primogenitura al grande Peter Hoeg, l’autore di un romanzo che ha fatto epoca come “Il Senso di Smilla per la Neve”.
La Donna in Gabbia è il primo romanzo della serie intitolata sezione Q, è vede come protagonista il bilioso, polemico, testardo poliziotto Carl Morck, il quale dopo una rovinosa operazione, da lui condotta, che ha portato alla morte di un collega e alla paralisi completa di un altro, si vede retrocesso dai ruoli operativi all’archiviazione dei cold case danesi, la famigerata sezione Q per l’appunto. Isolato da tutti, troverà un improbabile compagno di viaggio nell’uomo delle pulizie, Assad, un immigrato siriano caciarone e impiccione che gli darà una mano nella gestione dell’ufficio.
Il primo caso che si trovano ad affrontare risale a una scomparsa di una giovane parlamentare avvenuta ormai cinque anni prima, Merete Lynggaard, che tuti pensano si sia suicidata gettandosi da un traghetto, anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato. Le vicende di Merete, con abili flashback, si intrecciano con quelle della coppia Morck-Assad, che invece di archiviare il caso comincia a scavare nel passato della donna e nei rapporti con il fratello, gravemente menomato a seguito di un incidente stradale nel quale erano morti entrambi i genitori.
In puro stile slow thriller, con un’attenzione costante e crescente per il destino della ragazza, l’autore ci porta nel passato di Merete, per trovare la chiave dell’enigma, sullo sfondo di una Danimarca apparentemente ordinata e tranquilla, ma che sotto sotto nasconde timori e inquietudini.
La Donna in Gabbia è un romanzo riuscito, con tutti gli elementi per la serialità, non a caso in edicola è apparso da poco l’ottavo libro della serie. Da questo romanzo è stato tratto anche un film, che in Italia è stato inspiegabilmente tradotto come “Carl Morck – 87 minuti per non morire”. Il film è gradevole e ben confezionato, gli attori credibili nei ruoli, anche se qualche sbavatura qua e là emerge. Una cosa che ho notato è una notevole discrepanza sul ruolo di Assad, che nel film è un agente di Polizia e non l’addetto alle pulizie, forse un’eccessiva strizzatina d’occhio al politically correct da parte degli autori.