Imperfetto e umano

Imperfetto e umano
MARIAGATAN 10, YSTAD , SCANIA

Quante volte leggendo la descrizione dei luoghi di una storia ci siamo chiesti se fossero frutto della fantasia dell’autore o fossero posti reali e fonti d’ispirazione?

Non parlo di luoghi che fanno dire “wow” ma di posti apparentemente anonimi che sono stati consacrati alla letteratura o alla filmografia per sempre.

La libreria di William Thacker  al 142 di Portobello Road esiste ancora o vendono dell’altro? Dove si trova la famosa panchina del medesimo film?

Devo sfatare il mito sulla precisa location della famosa panchina di Notting Hill con l’incisione “For June who loves this garden from Joseph who always sat beside her”. Questa, ahimè, non si trova dentro al giardino in Rosmead Road, né tanto meno a Londra, bensì in Australia nei Queens Gardens della città di Perth.

Un luogo icona per gli amanti di Henning Mankell è sicuramente la regione dello Scania dove nella tranquilla cittadina di Ystad al civico 10 di Mariagatan abita l’ispettore Kurt Wallader.

Wallander è l’ipettore più di molti suoi colleghi soprattutto d’oltreoceano, non è il sanguigno Montalbano di Camilleri, ne tantomeno non ha grattacapi con Mona ex moglie che ha relazioni instabili che la portano a strampalate e fallimentari iniziative imprenditoriali, l’ispettore ha problemi a relazionarsi con la figlia Linda e spesso si scontra con la forte personalità del padre il quale porta i primi segni di demenza senile.

Caratteristici i dipinti del padre dove compare perennemente un tramonto con a sinistra un gallo cedrone.

L’ispettore Wallander non è un ispettore “figo” e atletico di matrice americana, ma è in sovrappeso e diabetico, non potrà mai essere protagonista di un inseguimento o di un corpo a corpo, anzi a volte mostra il suo lato umano intriso di paure e di goffaggine davanti a una bella donna.

I lettori da sempre si identificano più facilmente nei personaggi imperfetti, individui che si mostrano più verosimilmente umani.

Lo scrittore svedese Hennig Mankell “padre” dell’ispettore Kurt Wallader

Nel 1989 mi trovavo nel sud della Svezia. In quell’epoca sentivo la necessità di parlare di xenofobia e mi venne l’idea di scrivere un giallo. Capii immediatamente che, per il tipo di storia che avevo in mente, mi serviva un protagonista poliziotto. Ho preso l’elenco telefonico, l’ho aperto a caso e mi è apparso il nome Wallander. Mi sono detto ‘Perché no?’. Con un cognome così lungo mi serviva un nome corto e da lì ho scelto Kurt.

Henning Mankel

Il personaggio è talmente imperfetto e umano che mi strappa un sorriso il pensiero di poter suonare al civico 10 e vedere Kurt che dal bovindo sopra l’ingresso controlla chi suonato.

Ci farebbe entrare? Non credo, Wallader è troppo orso e pigro.

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